Il funerale del padre

1972
IL FUNERALE DEL PADRE
di G. Manganelli
Regia di Gennaro Vitiello; scena Mauro Carosi, realizzazione Davide Antonelli, Costantino Meo, Fernando Pignatello; costumi e realizzazione Odette Nicoletti; assistente alla regia Giorgio Vitale; diapositive Renato Ottobre; diapositive a colori Marco Giardina; luci Fernando Pignatello; al registratore Luigi Ferraro; collage musicale Vincenzo Salomone e Giorgio Vitale; organizzazione Claudio Novelli; amministrazione Renato Ottobre.
Attori: Mario Salomone (B), Mauro Carosi (A), Marisa Bello, Raffaella Mascaro, Silvia Ricciardelli, Vincenzo Salomone e Biancamaria Vaglio (corteo funebre).
Prima rappresentazione il 23 febbraio 1972 presso il Teatro Orione di Napoli, per la “Seconda Rassegna-Incontro sul nuovo teatro”, curata da Mario e Maria Luisa Santella. Replicato poi presso il Centro Teatro Esse, via Martucci, 18 – Napoli.

Il funerale del padre
la morte del TS

Il Funerale del padre di Giorgio Manganelli (1) è l’ultimo spettacolo del TS prima dello scioglimento del gruppo e fu rappresentato all’interno della rassegna napoletana Situazione-teatro, curata da Mario e Maria Luisa Santella nel febbraio del 1972. La pièce ha molto in comune con uno spettacolo precedente: K di Sanguineti, messo in scena ben due volte da Vitiello; addirittura il regista riproporrà i due testi in un unico spettacolo con la LSE, quasi a voler approfondire un tema a lui caro: quello della figura paterna, ma su questo ci soffermeremo in seguito.

Anche questo testo è un lungo dialogo tra due personaggi in scena: A e B, due signori vestiti di nero, uno in marsina e cilindro, e l’altro in cappotto e bombetta, che si incontrano ai funerali dei rispettivi padri. In questa triste occasione, danno libero sfogo ai loro reali sentimenti nei confronti dei genitori, “…in un profluvio di parole, in una verbosità spesso al limite dell’assurdo e del nonsenso” (2), con termini violenti, sarcastici e ironici. A poco a poco, esaurite le lodi protocollari, le esequie si confondono, uno dei signori segue la salma del padre dell’altro, arrivando addirittura a scambiarsi le rispettive salme: “…Le serve un funerale? Guardi ho giusto qui mio padre, lo prenda, la prego, si figuri, non mi serve per nulla, mi fa un favore…” (3). Entrambi iniziano a sparlare del padre: “…In fatto di errori umani, egli era il capolavoro…Quello è capace, poco alla volta, di abbassare la temperatura media dell’inferno, apprestare rinfreschi, organizzare musica da camera…” (4), “…Una canaglia. ..non aveva né stile, né grazia, non sapeva stare a tavola, sbagliava i vini, non leggeva che fumetti, detestava la musica…era sportivo” (5). Finchè non si scopre che tutt’e due i signori hanno ucciso il compianto genitore: “…Era ubriaco come una scimmia…due dita nel naso. Tre minuti.” (6), “…Cuscino sul volto, morte da re…” (7).

Vitiello adattò il testo che, in origine, era stato scritto per la radio, sottolineando, in maniera sarcastica e ironica, il contrasto tra padri e figli, tra le nuove e le vecchie generazioni. Contrasto che “…diviene impietoso, crudele, blasfemo specie in un contesto di ipocrisia e falso perbenismo borghese di cui i due personaggi sono resi rappresentativi…l’occasione della cerimonia funebre…si tramuta in momento di verità, di confessione dei più nascosti e finora inconfessati sentimenti e pensieri…” (8). Ritorna la confessione che abbiamo già incontrato in K.

La scena, di Mauro Carosi, è formata da numerose piccole finestre che si aprono su una parete che va da un lato all’altro della scena; da queste finestre fanno capolino i due protagonisti, dialogando sui loro defunti. Dietro un pannello trasparente si ottenevano giochi d’ombra molto suggestivi, e “di notevole pregio estetico” (9), a cui si alternava la proiezione di diapositive di personaggi famosi della politica e del passato.

Pari, sicuramente il critico più attento alla produzione di Vitiello e del TS, non ha parole di elogio per lo spettacolo: “…uno spettacolo che, sotto vari aspetti, si distacca da quelli finora realizzati dal Centro Teatro Esse…una meccanica contrapposizione di immagini e di parole…una involuzione di tipo estetizzante…” (10); lamenta la mancanza della carica di furore che ha caratterizzato la produzione precedente e sottolinea come la recitazione, tra il marionettistico e l’espressionistico, non crea l’atmosfera inquietante che forse Vitiello voleva realizzare. Non si salva nemmeno il commento musicale, curato da Enzo Salomone, commento che “obbedisce a criteri del tutto esteriori…” (11).

Uno spettacolo che sicuramente risente del momento di crisi e di stanchezza del gruppo, che di lì a poco si scioglierà. Solo una parte confluirà nella nuova formazione, che avrà, oltre al nome, anche caratteristiche e scopi diversi, sollecitati dai tempi nuovi che il teatro stava per vivere. Un cambiamento più che una evoluzione.

Note:

  1. Il testo fu pubblicato per la prima volta nell’Adelphiana ‘71; il suo autore, critico di letteratura inglese, narratore e consulente editoriale, legato al Gruppo ‘63, è stato un teorizzatore della “letteratura come menzogna”, utilizzando in maniera spregiudicata ipotesi assurde e divertiti paradossi. Il Funerale del padre può considerarsi la drammatizzazione di un saggio di Manganelli, pubblicato nel 1965, dalla rivista MenabòDiscorso sulla difficoltà di comunicare coi morti.
  2. F. d. C. – “Si inaugura la rassegna del teatro sperimentale”, Il Mattino del 25/02/1972
  3. G. Manganelli, citato nella locandina dello spettacolo “Il funerale del padre”, febbraio 1972
  4. G. Manganelli – ibidem
  5. G. Manganelli – ibidem
  6. G. Manganelli – ibidem
  7. G. Manganelli – ibidem
  8. F. d. C. – ibidem
  9. vice – “Inaugurata la rassegna del Nuovo Teatro”, Roma del 25/02/1972
  10. pari – “Il funerale del padre”, l’Unità del 25/02/1972
  11. pari – ibidem

Recensioni:

  • F.d.C. – “Si inaugura la rassegna del teatro sperimentale”, Il Mattino 24-25/2/1972
  • Anon: – “Aperta la rassegna del Nuovo Teatro”, Corriere di Napoli 25/2/1972
  • F.d.C. – “Il funerale del padre“, Il Mattino 25/2/1972
  • vice – “Inaugurata la rassegna del Nuovo Teatro”, Roma 25/2/1972
  • pari – “Il funerale del padre“, l’Unità 25/2/1972

Testo tratto dalla tesi di laurea in Istituzioni di regia, “Gennaro Vitiello, regista” di Leonilda Cesarano, per il Corso di Laurea in Dams – Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, relatore prof. Arnaldo Picchi.